vendredi 3 juin 2011

Amicizia

Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
solamente posso volerti come sei ed essere tua amica.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico
in quel momento sei apparso tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo non sei né in testa né alla fine della lista
Non sei ne il numero 1 né il numero finale e tanto meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista

Basta che mi vuoi come amica
NON SONO GRAN COSA,
PERO' SONO TUTTO QUELLO CHE POSSO ESSERE


mardi 10 mai 2011

Non é mai finita

A questo mondo non è mai finita, disse la signora Amelia Britz. Stia un pò a sentire. Io sono siciliana, nata in un povero paesello sospeso tra le rupe, in cima ad una montagna. Di lassù, si vede il mare e il paesaggio è un paradiso, ma per il resto si è rimasti indietro di due secoli. Il nome?...lasci perdere. I miei compaesani sono gente così ombrosa...è forse meglio sorvolare. Lo chiamerò convenzionalmente Castellizzo.
Bene. dalla stanza dove sono nata si vedeva, lontana, una città, stesa lungo il mare. Di notte era tutto uno sfavillare di lumini. E i fari. E i piroscafi. E i treni coi finestrini accesi. Trapani, lei dice? Be', facciamo pure conto fosse Trapani. Al calar della sera, appoggiata al davanzale, io rimiravo quelle luci. Laggiù era la vita, il mondo, il sogno!
Quando ebbi compiuti i dodici anni, tanto feci che i miei si persuasero a mandarmi a vivere in città, ospite di una zia. Così potevo continuar gli studi.
Credetti di impazzire dalla gioia. Ma dopo un mese che ero a Trapani già ascoltavo rapita ciò che raccontavano i forestieri giunti da città molto più grandi. Mi sembravano di razza diversa. Ah, povera Trapani, come eri piccola e squallida al confronto. Palermo! Messina! Quella sì era civiltà sul serio.
Mi aiutò la fortuna. Fui chiesta in moglie dal Barone Cristolera, un perfetto gentiluomo. Aveva un palazzo magnifico a Messina. Accettai, gli volli bene, mi illusi di non essere più la piccola provinciale di una volta.
Certo, a Messina conobbi della gran bella gente, autentici signori. Ma da Roma venivano ogni tanto certi tipi affascinanti; parlavano con L' "erre", raccontavano cose nuove e strane, pettegolezzi enormi, ci guardavano un pò dall'alto in basso.
Per farla breve, cominciai a sognare Roma. Messina ormai mi sembrava un buco, da non poterci respirare più. Dai e dai, mio marito si decise; tanto, non gli mancavano i quattrini. Traslocammo nella Capitale.
Dovevo essere contenta, no? Roma non è mica un paesello. Grandi nomi, società internazionali, caccia alla volpe, scandali, cardinali, ambasciatori. Eppure, cosa vuole? quei grandi personaggi che dall'estero venivano volentieri ad abitarci, ci venivano per far la bella vita, non per altro, come quando si è in vacanza, come se Roma non fosse che un famoso posto di villeggiatura: ma in fondo non la prendevano sul serio. Il loro mondo vero era lontano, le vere grandi capitali della terra erano altre. Parigi, Londra, mi capisce? E io li invidiavo.
Roma cominciò a scottarmi sotto i piedi. Sospirai l'Etoile, Piccadilly. Per caso in quel periodo Cristolera e io ci separammo. Seguì un regolare annullamento. Ero ancora una bella donna. Conobbi Briz, il grande finanziere. Quando si nasce fortunate!
Sempre più cosmopolita, sempre più in alto nella scala delle residenze umane. Era una mania balorda, però soltanto oggi lo capisco. Divenuta ufficialmente Mrs. Briz, grazie ai miliardi di mio marito, non avevo più che l'imbarazzo della scelta.
Mi stabilii a Parigi, poi Parigi mi sembrò piena di polvere. Londra, per due anni. Ma anche Londra era un poco sorpassata. Nuova York, finalmente, ecco l'ultimo traguardo. La piccola provinciale siciliana aveva fatto la sua strada.
Ma non era così come pensavo. Per la gente "molto su", Nuova York era una cafonata insopportabile. I veri aristocratici ci stavano solo lo stretto necessario. Preferivano Boston, Charleston. Città più vecchie, quiete, riservate. E potevo io essere da meno? Tuttavia anche di là i raffinatissimi emigravano. Chi nei deserti, chi nelle isolette del Pacifico. Anch'io mi avviai per quei pazzi itinerari.
Ahimè, la società più filtrata ed esigente ebbe a noia il Pacifico e i deserti. Prese l'aereo verso est, ritornò alla vecchia stanca Europa. Non già per infognarsi nella volgarità di Londra o di Parigi. Macché. Andava in cerca di eremi ed esilii, di conventi, di ruderi e rovine. Ed io dietro.
Proprio sopra il mio paesello siciliano sorgeva un castello diroccato. La moda! L'eleganza del saper vivere moderno! Un grande poeta peruviano ha fatto restaurare la Bicocca, in breve il posto è diventato celebre. Oggi al mondo non c'è niente di più chic che possedere una casetta a Castellizzo.
E così, gira e gira, Ho finito per ritornare al mio paesello, proprio là donde sono partita. E la sera, dalla mia stanza di bambina, guardo i lumi della città sul mare. E certe volte ho l'impressione di essere ancora quella di una volta, e che gli anni non siano mai passati. E penso: laggiù è la vera vita, l'aggiù il mondo, l'avventura, il sogno! E fantastico un giorno o l'altro di partire.
Lo vede dunque che non è mai finita? 

mercredi 27 avril 2011

Impatto ambientale, quanto inquina il web?


Impronta ecologica delle emissioni di carbonio conseguenti all’uso della rete globale. Numeri per ora contenuti ma che potrebbero crescere in futuro:

internet responsabile dell’1% delle complessive emissioni di CO2!

Zero Impact® Web, il nuovo progetto di LifeGate, nasce con l´obiettivo di ridurre e compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti dall´utilizzo di internet.  



GIORNATA DELLA TERRA 2011

La giornata mondiale della terra denuncia l'incredibile inquinamento provocato dal web. Nonostante internet possa sembrare una tecnologia eco-friendly, amica dell'ambiente, la continua diffusione degli strumenti tecnologici del web produce una crescita altrettanto continua di costi ambientali.
Un dato su tutti: nel 2005, quindi sei anni fa, nei soli Stati Uniti d'America le centrali con i server del web hanno consumato oltre 60 miliardi di Kwh. La buona notizia è che internet permette di lavorare da casa. Perciò riduce il bisogno di muoversi in auto, riducendo così le emissioni di Co2.
Eppure l'uso quotidiano, anche minimo, di internet, produce comunque un consumo energetico. Ad esempio, una ricerca su google consuma la stessa quantità di elettricità richiesta per cuocere un cheeseburger. Pensando ai milioni di ricerche su Google che hanno luogo ogni minuto, ne deriva che la quantità di consumo assume livelli stratosferici.
Ancora più inquietante è il costo energetico e ambientale dello spam: i 62 trilioni di email spam inviate ogni anno equivalgono a 1,6 milioni di automobili che viaggiano intorno alla terra - con conseguenti emissioni di Co2. 

 internet uccide il pianeta.jpg

Il mondo con meno inquinamento sarà più contento!!!
Sosteniamo l'ambiente!!
Promuoviamo l'eco-sostenibilità!

dimanche 24 avril 2011

La Cappella Sistina. Test della mia prima pubblicazione

http://www.italyguides.it/it/roma/monumenti/chiese_e_basiliche/vaticano/cappella-sistina.htm


"Mi sento a volte come l'uomo del Rinascimento che si è stupito di tante nuove ricchezze trovate in ogni punto, avendo la certezza che le zone inesplorate della conoscenza e dell'esperienza aspettano ad ogni angolo."
                                                                                                     Polykarp Kusch


"Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea di cosa un solo uomo sia in grado di ottenere"
                                                                                                      Goethe


"E nonostante un solo uomo sia in grado di ottenere tanto, vi saranno sempre infinite zone inesplorate".

                                                                                                      Marypollon

lundi 11 avril 2011

Orgoglio sannita – Shark MC

Yeeee shark MC , Bnevento rappresent’ malament’ ( sharkMC rappresenta Benevento malamente)



(chorus)
Parè compà cavè tt appost? (parente (un modo per chiamare gli amici), compare, che c’è, tutto a posto?)
Ain’ se sto ccà pecchè? ( Si, si sto qua, perché?) ( sono tutti modi di dire a Benevento)
Ashpiè uì lloc’ appost’ ( aspetta, guarda là, ok)
U’shit o’ stadio . . . (shit (il fumo), lo stadio, (la terza non capisco cosa dice)


E chest è a’ città mij, e chest è a’ città mij, ngopp’ o mezz a doj persone senza cashc mmiez a vij ( e questa è la mia città, sul motorino in due persone senza casco im mezzo alla strada)
E tu che bbuò capì? ( e tu che vuoi capire? (non puoi capire))
Se nun c’ ee nat’ nun sì abbituat’ a sta filosofia e mo t’urraccont ij (se non ci sei nato non sei abituato a questa filosofia, e ora te la spiego io)
Vieni tra i vicoli, c’ truov’ certi tipi che a guardarli bene te ne vuliss fuì (vieni tra i vicoli, ci trovi certi ragazzi che se li guardi bene te ne vorresti scappare)
Tipi tranquill’ cumm’ song ij ( ragazzi “tranquilli”(alla mano) come me)
E tipi che s’atteggn’ come fossero chisacchì ( e ragazzi che si danno le arie come fossero chi sa chi)
Poi ci sta pure chi se vole shparà i discorsi ( poi ci sta pure chi si vuole “sparare” i discorsi)
Ma questi discorsi sono i soliti, ascoltali ( tutto italiano)
: in questa città non c’è un cazzo non mi prende bene (non mi trovo bene)
: pecchè n’te liev’ a’ananz’ o cazz’ o frà, chi t’ mantene! ( perché non ti levi da davanti al cazzo, fratello, non ti mantiene nessuno)
Io tengo il sangue giallo-rosso che mi scorre nelle vene (Giallo rosso sono i colori del Benevento Calcio)
E sta gente che si lamenta m’ha fatto le palle piene ( e questa gente che si lamenta mi ha rotto le palle)
E so sul’ stòrd e il loro sport è criticare ( e sono solo “stordi”(stupidi, idioti, tipico insulto beneventano)
E io più l’ascolto e più mi prende a male ( mi fa stare male)
E meno male che c’è chi come me ha un orgoglio sannita, forse perché è l’amore della mia vita . . . (tutto italiano, l’ultima parola non la capisco)
Con effetto calamita e la forza che lei mi dà mi dà gioia infinita (tutto italiano)
Non abbiamo pari, siamo tutti compari (non abbiamo pari, siamo tutti amici)
Abbiamo solamente una parola : pariamento ( divertimento)
Il resto resta muto come la B nel nostro accento, mi dicono di dove sei? Gli rispondo: di Beneeento! ( tutto italiano)
Ed è così perché la sento dentro (tutto italiano)
Da pacevecchia (quartiere di Benevento) alle ppalazzine (altro quartiere) fino ai vicoli del centro storico (tutto italiano)
Non è colpa mia, di te sono un malato cronico, e chi ti critica mi provoca vomito! (tutto italiano)

(Chorus)

Coniamo nuovi termini (tutto italiano)
Ngopp’ o’ palco shark Mc ( sul palco Shark Mc)
Sott’ a’ ggent’ che allucca: ngul’ massiccì ( sotto la gente che urla: ngul’(alla lettera: in culo, si usa per dire: cavolo bello!) massiccissimo, (in slang fortissimo))
E fa piacere pure a me ( e fa piacere anche a me)
Se ad ogni pezzo si sente la gente sotto (tutto italiano)
Che allucca: n’gul parè m’ee fatt’ addecrià! ( che grida n’gul parè, mi hai fatto deliziare( addecrià è napoletano))
A facc’i mij compà! (alla faccia mia compà! ( cavolo amico mio!))
Stasera n’copp’ o palco, onesto, e’ fatt’ arrevotà! ( stasera sul palco, credimi sono onesto, hai fatto arrevotà (hai fatto rivoltare tutto, ci hai fatto divertire tanto)
E sono pieno di orgoglio (tutto italiano)
Se mentre sto cantando intendo ste parole ( se mentre sto cantando capisco queste parole)
: n’gul’ Fabbiett’ sta scassann’ ( Fabietto sta scassando ( sta cantando benissimo)
Gioventù allo sbando (tutto italiano)
Si ce saglion’ e’ ccapate (se ci vengono strane idee )
È perché probabilmente stamm’ semp’ shcumbinat’ ( è perché probabilmente stiamo sempre scombinati (fumati))
Ubbì cumm t’e e cumbinat’ ? ( ma lo vedi come ti sei conciato?)
Stai crepat’ a murtadell’ ( stai stretto come una mortadella)
E po’ t’ e e fatt’ stu capill’ ( e poi ti sei fatto questa acconciatura)
Ma a ddò e’ì ? A’ fest’ u’ perrill ( ma dove devi andare? Alla festa al perrillo (paese vicino Benevento)(modo per prendere in giro una persona che si voleva vestire elegante ma non ci è riuscita)
OH!
Ma a vist’ a chell’ dint’ a smart? A’ pinko BAg ( ma hai visto quella ragazza nella smart, quella con la Pinko Bag)
Si ma è meglio si ‘nmazzecco a chell e’ schif e’ tip rep ( si ma è meglio se non mi avvicino, quella li schifa i tipi rap)
Chella penz’ u’ machinar’ ( quella pensa alla macchina (ai ragazzi con le macchine grosse))
A ì a ballà int’ o ‘ Sayonara (ad andare a ballara al Sayonara (una discoteca di Benevento))
Figurati si penz’ a me ( figurati se pensa a me)
Che sto n’copp’ e’ panchin’ a San Gennar’ ( che sto alle panchine a San Gennaro( una giardino davanti la chiesa di San Gennaro (vicino casa mia)
Ch’ e’ cumpar’ a n’fa no cazz’, a perd’ tiemp’ ( con gli amici a non fare un cazzo, a perdere tempo)
Però a finale ce sapimm’ tutt’ quant a BNvient’ ( però, in fondo, ci conosciamo tutti quanti a Benevento)
E’e sentut o’ fatt’ e’ chill’? E mmis’ in cinta a doij Uaglion’! ( Hai sentito di quello che ha messo in cinta due ragazze)
E tu ee’ vist’ o’ frate e chill?, mo se pigl’ o’mmetadon’ ( e tu hai visto il fratello di quello?, ora si prende il metadone)
Ca fann’ sul’ n’ciuc’ cumm se scetan’ a matin’ ( che fanno solo pettegolezzi da quando si svegliano la mattina)
E nu schiaffo abbashc’a stazion’ addivent’ nu colp’ e’ pistol’ abbashc e’ppalazzin’ ( e uno schiaffo giù alla stazione(il quartiere della stazione) diventa un colpo di pistola giù alle palazzine(altro quartiere)
Chist è u’ mal’ e sta città ( questo è il male di questa città)
Ma ij che so nat’ a Bnvient’ vuless’ tant murì ccà compà! ( ma io che sono nato a Benevento vorrei tanto morire qua, compà)
(chorus)


E chest è dedicat’ a tutt’ e uagliun’ e’ Bnvient’ ( e questa è dedicata a tutti i ragazzi di benevento)
A tutti i ragazzi fieri di essere beneventani ( tutto italiano)
Quelli che quando vanno in vacanza fuori (tutto italiano)
E gli dicono: di dove sei?
Di Benevento
Ah provincia di Napoli?
No Benevento! Benevento città!
Made in Sann-yo rappresent’ Shark Mc ( Made in Sann-yo (sannio hip hop) rappresentata da Shark Mc)
Fatt’ a beeest’! ( Fatto a bestia )


Traduzione da Fabrizio De Cunto !!! Grazie Tanto !!!

samedi 9 avril 2011

Simboli e origine di Marianne

Marianne rappresenta la Repubblica francese e rappresenta i valori della Repubblica e dei cittadini francesi: "Liberté, Egalité, Fraternité" - "Libertà, Uguaglianza, Fraternità".
Le diverse rappresentazioni di Marianne sono indicative della volontà politica di sradicare la cultura repubblicana.


I simboli di Marianne sono spesso presi dall'antichita greco-romana o della Massoneria:
Il berretto frigio: la Libertà
Il seno nudo: simbolo alimentatore e di emancipazione
L'armatura: l'imbattibilità
Bocca o le zampe di un leone: il coraggio e la forza del popolo
La stella: la luce
Il triangolo: Uguaglianza
Le catene spezzate: Libertà
Mani incrociate: Fraternità
Travi: L'Autorità di Stato
Saldo: Giustizia
Fasci: Lavoro
Tavole della Legge: la legge
marianne


I Rappresentazioni di Marianne differiscono secondo il tempo e le preoccupazioni dei francesi ". Non sono rapresentati sistematicamente tutti i simboli.


La Repubblica francese è stato chiamato da un nome occitano, Marianna, che appare per la prima volta nella canzone 'la garison de Marianna' datata dal 1762 di William Lavabre Puylaurens
"E 'infatti la canzone di William Lavabre, il cantautore che Puylaurentais da dare la prima volta il nome di Marianne a la Repubblica, rende questa invenzione meridionale, o meglio, occitana. "
M. Agulhon, docente presso il College de France.


A lungo ignorato dai ricercatori e storici, l'origine del nome di Marianne e occitano. Perché è davvero William Lavabre di Puylaurens (Tarn), che in ottobre 1792  a per la prima volta dato il nome della Repubblica "Marianne" in una canzone che fu un grande successo popolare.